Come dare il massimo durante la giornata
- maurobroccalifecoa

- 1 giorno fa
- Tempo di lettura: 3 min

Quando una persona vuole migliorare la propria giornata, spesso si fa le domande sbagliate.
Domande passive.
Domande che descrivono uno stato.
Domande che non portano da nessuna parte.
Esempio classico: “Hai obiettivi chiari?”
Questa domanda non cambia nulla.
Ti fa pensare a cosa ti succede.
Non a cosa stai facendo.
Nel mio lavoro di coach lo vedo ogni giorno.
Persone intelligenti.
Capaci.
Bloccate non per mancanza di risorse, ma per il tipo di dialogo che hanno con sé stesse.
Domande passive vs domande attive
Una domanda passiva osserva.
Una domanda attiva chiama all’azione.
C’è una differenza netta tra: “Hai obiettivi chiari?” e “Hai fatto del tuo meglio per chiarirti gli obiettivi oggi?”
La prima scarica responsabilità. La seconda la riporta dove deve stare: su di te.
Quando usi domande attive, non puoi nasconderti.
Non puoi dare la colpa al contesto.
Devi guardare il tuo comportamento.
Ed è lì che avviene il cambiamento.
Le sei domande che uso ogni giorno
Da anni utilizzo questo schema. Lo insegno ai miei clienti. Funziona perché è semplice.
Ogni sera rispondi a queste sei domande. Non per giudicarti. Per diventare lucido.
Ho fatto del mio meglio per aumentare la mia felicità?
Ho fatto del mio meglio per dare senso a ciò che ho fatto oggi?
Ho fatto del mio meglio per essere presente e coinvolto?
Ho fatto del mio meglio nelle relazioni?
Ho fatto del mio meglio per chiarire i miei obiettivi?
Ho fatto del mio meglio per fare almeno un passo avanti?
Nota una cosa. Non chiedono se hai avuto risultati. Chiedono se hai fatto del tuo meglio.
Questo cambia tutto.
Anche chi ha “tutto” dimentica di farlo
Nel mio percorso ho lavorato con persone che hanno successo, potere, visibilità. Medici di fama mondiale. CEO. Imprenditori che muovono milioni.
A molti di loro ho fatto una domanda semplice: “In una giornata normale, provi a essere felice?”
La risposta è spesso la stessa: “Non ci ho mai pensato.”
Non perché non ne siano capaci. Ma perché nessuno glielo ha mai chiesto nel modo giusto.
La felicità non entra nelle agende. Eppure condiziona tutto.
La felicità non arriva da fuori
C’è una convinzione dura a morire: “Sarò felice quando…”
Quando guadagnerò di più.
Quando cambierò lavoro.
Quando le cose si sistemeranno.
Non funziona così.
Ho visto persone ottenere tutto. E restare vuote.
La felicità non è una ricompensa. È una pratica.
Puoi avere molto ed essere infelice. Puoi avere poco ed essere sereno.
Sono due piani diversi. Non confonderli.
Manuale d’uso pratico
Usa questo metodo per 7 giorni.
Ogni sera. Carta e penna. Niente telefono.
Rispondi alle sei domande con un punteggio da 1 a 10.
Non spiegarti.
Non giustificarti.
Osserva solo una cosa: dove smetti di fare del tuo meglio.
Lì c’è il lavoro da fare.
Se senti che da solo fai fatica a essere costante, è normale. Il cambiamento comportamentale non è una questione di forza di volontà.
È una questione di struttura mentale.
Nel mio lavoro unisco PNL, ipnosi e consapevolezza operativa.
Metodo semplice. Applicabile. Senza fuffa.
Se vuoi capire se questo approccio è adatto a te, puoi contattarmi.
Valutiamo insieme, senza impegno, se ha senso lavorare su di te adesso.








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