I tre fattori che influenzano ogni relazione
- maurobroccalifecoa

- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

Quando parlo di relazioni, che siano personali o professionali, torno sempre a tre fattori. Sono la base di tutto.
Ogni attività umana si regge su questi elementi.
Vale per la vita privata e vale per il lavoro.
I tre fattori sono:
Comunicazione Realtà condivisa Affettività
Sono semplici, ma profondi. Sono presenti in ogni legame, in ogni collaborazione, in ogni ambiente di lavoro.
Affettività
Affettività non significa romanticismo. Parlo di risposte emotive. La sensazione di piacere, interesse, vicinanza.
Oppure il contrario: distanza, rifiuto, fastidio.
Quando proviamo affetto verso una persona o verso un progetto, vogliamo starci vicini. Quando proviamo il contrario, vogliamo allontanarci.
Realtà condivisa
La realtà condivisa è ciò su cui siamo d’accordo. È l’insieme degli elementi solidi, tangibili o concettuali, che tutti riconoscono allo stesso modo.
Due persone possono anche avere idee diverse, ma se trovano almeno un punto di accordo, hanno una base da cui partire.È come dire: “Vediamo la stessa cosa.”
Comunicazione
È lo scambio di idee.
Senza comunicazione non c’è realtà condivisa, e senza comunicazione non nasce affettività. La comunicazione è il fattore guida. Tiene insieme gli altri due.
Come funzionano insieme?
Immaginate un cerchio diviso in tre parti. Se una diminuisce, cambiano anche le altre due.
Oppure pensate a un triangolo: se un lato si accorcia, cambia la forma intera.
Nelle relazioni avviene la stessa cosa.
Quando inizia un nuovo lavoro, l’ambiente è sconosciuto.
Realtà condivisa bassa.
Affettività bassa.
Comunicazione minima.
Poi inizi a parlare con qualcuno, trovi un punto in comune, condividi un’esperienza.
Aumenta la comunicazione. Sale l’affettività.
La realtà condivisa si allarga.
E tutto cambia.
Lo stesso vale quando c’è un conflitto.
Affettività che scende → voglia di comunicare che cala → realtà condivisa che svanisce.
Per ricucire, basta un passo: parlarsi.
Comunicazione → realtà condivisa → affettività.
E il cerchio torna stabile.
Cosa significa nella pratica?
Conoscere una persona nuova
Quando volete entrare in relazione con qualcuno, partite da ciò che vi piace di lei.
Trovate qualcosa su cui essere d’accordo.
L’accordo crea realtà condivisa.
La realtà condivisa alimenta affettività.
A quel punto comunicare diventa naturale.
Nel lavoro
Molti rapporti professionali crollano perché la comunicazione cala.
Quando smettiamo di comunicare:
scende l’affettività
aumentano i segreti
la realtà comune si sgretola
Serve poco per invertire la rotta: comunicare in modo chiaro, costante, rispettoso.
Con gli strumenti di lavoro
Non vale solo per le persone.
Accade anche con gli oggetti.
Quando smettiamo di “comunicare” con ciò che usiamo, perdiamo entusiasmo e controllo.
Una pratica semplice, quasi banale, può riattivare il rapporto:
toccare → lasciare andare → ripetere
Sembra strano, ma funziona.
È un modo diretto per tornare presenti, ristabilire familiarità, riattivare affettività e controllo.
Con il team
Le persone non amano essere toccate, ma vogliono essere ascoltate.
Quando qualcuno vi parla, riconoscete ciò che dice.
Poi esprimete il vostro punto di vista con gentilezza, più volte se serve.
La comunicazione ripetuta, calma e chiara crea collaborazione.
Manuale d’uso essenziale
Quando un fattore cala, alzate gli altri due.
Se una relazione si inceppa, aumentate la comunicazione.
Cercate accordi, anche piccoli.
Ascoltate prima di parlare.
Parlate in modo diretto, senza rigidità.
Ricordate che ogni relazione vive di equilibrio.
Se volete portare questi tre fattori nel vostro ruolo di CEO o Titolare d’azienda, possiamo lavorarci insieme.
Ogni organizzazione migliora quando chi la guida padroneggia queste dinamiche.
Se volete capire come integrarli nel vostro team o nella vostra leadership, contattatemi.








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