L'Albero della Vita - Manuale per riappropriarsi della propria identità
- maurobroccalifecoa
- 8 ago
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 23 ago

Oggi stavo andando a fare una passeggiata da Arma di Taggia a Bussana Vecchia.
Durante la camminata, tra panorami meravigliosi, studiavo come i simboli influenzano il nostro modo di pensare. Guardando un ulivo mi sono commosso ed ho fatto questa riflessione che condivido con voi.
Nella frenesia quotidiana, tra riunioni, obiettivi e responsabilità, può succedere di perdere il contatto con ciò che siamo davvero.
Non con il ruolo. Con l’identità.
L’Albero della Vita è uno strumento che ti aiuta a rimettere ordine. A fare chiarezza. A tornare al centro.
È stato ideato da David Denborough nell’ambito della psicologia narrativa. Il principio è semplice: usare la metafora dell’albero per raccontare chi sei. Ma attenzione: non è solo introspezione. È un vero e proprio schema per mappare la tua storia, le tue risorse, le tue relazioni e ciò che vuoi lasciare al mondo.
In questo articolo trovi il manuale d’uso completo: se vuoi, puoi usarlo per guidarti da solo, oppure per accompagnare qualcun altro (collaboratore, cliente, partner) in un viaggio identitario potente e trasformativo.
Come funziona?
Disegna un albero. Sì, proprio un albero: radici, tronco, rami, foglie, frutti, fiori e terreno.
Ogni parte rappresenta qualcosa di te.
Poi, esploralo.
Usa domande, appunti, dialoghi con un coach, con uno psicologo, o anche con te stesso. L'importante è non saltare nessuna parte. Ogni elemento ha un senso preciso. Vediamoli uno per uno.
1. Radici – Da dove vieni
Le radici rappresentano la tua eredità narrativa. Tutto ciò che ha contribuito a formarti. Esperienze, persone, luoghi, insegnamenti.
Domande guida:
Quali sono le storie della tua famiglia che ti hanno colpito da bambino?
Che tipo di educazione hai ricevuto?
Quali libri, film, viaggi o incontri ti hanno cambiato profondamente?
Quali eventi ti hanno lasciato un segno? Anche quelli difficili.
Lavorare sulle radici non è nostalgia. È un’operazione di ricostruzione identitaria. Se tagli le radici, l’albero non sta in piedi.
2. Terreno – Il tuo presente
Il terreno è la base reale su cui poggi adesso.
Dove vivi? Dove lavori?
Chi frequenti ogni giorno?
Cosa fai di concreto per te stesso, ogni settimana?
Quali spazi nutrono la tua mente, il tuo corpo, le tue relazioni?
Domande scomode ma necessarie:
Stai vivendo in un terreno fertile o arido?
Le abitudini quotidiane ti sostengono o ti sabotano?
Conoscere il tuo terreno significa rendere consapevole il contesto. È il punto di partenza per ogni cambiamento reale.
3. Tronco – Le tue capacità e valori
Il tronco sei tu, oggi. Solido o fragile, diritto o contorto, non importa. È ciò che ti ha fatto arrivare fin qui.
Tre livelli da esplorare:
a. Valori
Cosa conta davvero per te?
Quali principi guidano le tue scelte?
b. Competenze
Quali abilità padroneggi?
Quali doti ti riconoscono gli altri?
c. Storia delle competenze
Come le hai sviluppate?
In quali momenti sono state cruciali?
Non accontentarti di etichette: "sono bravo a parlare in pubblico". Scava. Quando hai imparato? Da chi? In quale momento della tua vita si è rivelata una risorsa?
Il tronco racconta come sei diventato chi sei.
4. Rami – I tuoi desideri e sogni
I rami vanno in alto. Puntano al futuro. Sono i tuoi desideri dichiarati.
Domande guida:
Cosa sogni per te stesso nei prossimi anni?
Che tipo di persona vuoi diventare?
Che contributo vuoi dare alla tua azienda, alla tua famiglia, alla società?
Cosa vorresti che gli altri dicessero di te quando non ci sarai più?
Attenzione: i sogni non sono obiettivi in agenda. Sono visioni personali. Hanno a che fare con senso e identità. Non con performance.
5. Foglie – Le persone importanti
Ogni foglia è una persona che ha lasciato un segno. Vive ancora o è nel tuo passato, non importa.
Domande guida:
Chi ti ha influenzato profondamente?
Quali relazioni ti hanno nutrito?
Chi ti ha aiutato a crescere, anche con uno scontro?
Ricorda: nessun albero è isolato. Le foglie parlano di connessioni. E capire chi ti ha formato, ti aiuta a capire chi puoi formare tu.
6. Frutti – I doni ricevuti
I frutti sono i regali che la vita ti ha dato. Non materiali. Umani.
Insegnamenti ricevuti
Occasioni che ti hanno cambiato
Atti di gentilezza o fiducia ricevuti
Eredità emotive o morali
Domande guida:
Chi ti ha trasmesso qualcosa che porti ancora con te?
Quale dono hai ricevuto che vuoi riconoscere oggi?
È un punto chiave per uscire dalla mentalità del "mi sono fatto da solo". Non è vero. Nessuno lo è.
7. Fiori e Semi – I doni che vuoi lasciare
Infine, fiori e semi sono ciò che desideri trasmettere. Ai tuoi figli, ai tuoi collaboratori, alla tua azienda, al mondo.
Domande guida:
Cosa vuoi lasciare dietro di te?
Quali valori vuoi passare?
In che modo vuoi essere ricordato?
Qual è il tuo messaggio?
Fiori e semi sono il senso profondo del tuo percorso. Il tuo impatto.
Come usarlo
Puoi lavorare sull’Albero della Vita in diversi modi:
🧠 Da solo
Ogni giorno, dedica 10-15 minuti a una sezione. Scrivi. Rifletti. Poi, rileggi tutto alla fine. Ti sorprenderà.
🧭 In azienda
Può essere uno strumento di team building, leadership coaching o valutazione personale. Aiuta le persone a ritrovare motivazione e direzione.
L’Albero della Vita non è solo un esercizio creativo.
È un dispositivo narrativo trasformativo.
Serve a ricordarti chi sei, da dove vieni, dove vuoi andare e cosa vuoi lasciare.
Serve a rimettere insieme i pezzi, a ridare significato al caos.
In un mondo che ci spinge a correre, è uno strumento che ti invita a fermarti.
E a ritrovarti.
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